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Storia e significato dello stemma del Napoli

Stemma del Napoli

Il Napoli è nato nel 1926 e a partire da questa data ha avviato una storia fatta di intensità e passione. Il club partenopeo ha affrontato periodi bui come retrocessioni e addirittura il fallimento, ma anche momenti di gioia infinita come quella regalata dagli azzurri di Maradona o più recentemente da quelli allenati da Luciano Spalletti. Nel corso della sua storia quasi centenaria, l’essenza e lo spirito del club sono sempre stati riassunti dal logo della società. Tra colori e simbologie, il Napoli ha conservato una tradizione nel corso di varie epoche e parentesi. Il cavallino ribattezzato asinello è diventato un elemento iconico per la riconoscibilità del marchio partenopeo e anche e soprattutto per l’orgoglio di un popolo intero. Ecco allora la storia e il significato dello stemma del Napoli.

Le origini del logo del Napoli

Nel 1926 anno di fondazione del Napoli – il logo del club presentava un cavallino rampante, simbolo del Regno di Napoli, che si sorregge su di una palla all’interno di un’ellisse azzurra. Ma perchè l’azzurro è il colore del Napoli fin dalla sua fondazione? Perchè la squadra, nata dalla fusione fra l’Unione Sportiva Internazionale Napoli ed il Naples Foot-Ball & Cricket Club, mantiene i colori sociali della prima, ispirati ai sovrani della casa Borbone e degli Angioini. Ma ben presto diventa un riferimento al mare e al cielo che circondano il Golfo di Napoli. Il primo stemma durò però solamente una stagione. La prima stagione non fu certo tra le migliori e proprio per via della disfatta subita, il logo venne paragonato all’asinello malconcio di don Domenico Ascione, un venditore di fichi molto conosciuto in città. 

Ecco allora che l’anno successivo lo stemma cambiò in maniera netta. Venne abbandonato il cavallo, così come la forma ellittica. A partire dal 1927 il nuovo logo fu un cerchio con all’interno un pallone da calcio. I colori diventarono più scuri e l’urgenza principale era quella di prendere le distanze dall’immagine dell’asinello (o ciuccio) appioppata fino a quel momento alla squadra.

Nel 1928 il logo divenne ancora più semplice: un cerchio azzurro con il bordo dorato e una grande N borbonica al centro, con toni giallo-dorati. La lettera non era solamente la iniziale della città e della squadra, ma anche il simbolo che si ritrova sulle porcellane di Capodimonte.

La svolta si ebbe il 23 febbraio 1930 quando il Napoli stava affrontando la Juventus. I partenopei erano sotto per 2-0 ma, alla fine, ci realizzarono una clamorosa rimonta fino al definitivo 2-2. Emblematico fu uno striscione dell’epoca con su scritto “Ciuccio fa tu”. Da quel momento in poi l’asino divenne lo stemma portafortuna della squadra.

SSC Napoli ed evoluzione del logo

Ciro Ferrara con la maglia del Napoli nella stagione 1989-90
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Lo stemma realizzato nel 1928 rimase lo stesso fino al 1964, anno in cui gli Azzurri cambiarono denominazione in Società Sportiva Calcio Napoli. Ecco allora che la N diventò più piccola per fare posto alla dicitura S.S.C. Napoli. Lo sfondo rimase azzurro così come il contorno giallo oro. Una nuova modifica arrivò solamente sedici anni dopo. Il tocco più fu l’aggiunta di tre rettangoli che rappresentavano la bandiera italiana – verde, bianco e rosso – andando così avanti per oltre 15 anni L’intenzione era quella di avviare un processo di modernizzazione e dunque lo sfondo azzurro si accompagnò a una cornice bianca al contorno, che ospitava in modo circolare la denominazione del club per esteso: “Società Sportiva Calcio Napoli”. La N restò di color oro e in posizione centrale. In questo periodo – e per tutta la durata degli anni ’80 – l’asinello rimase come simbolo portafortuna, tanto da essere inserito nelle maglie in trasferta.

SSC Napoli: dal fallimento fino a oggi

Il sorgere del nuovo millennio ha segnato un punto di svolta epocale nella rappresentazione simbolica del Napoli Calcio. Un’evoluzione significativa si manifesta nello stemma del club, dove il colore di sfondo assunse una nuance di blu scuro, creando un contrasto rilevante con l’azzurro predominante nell’area centrale circolare. Le scritte, tutte in bianco, compresa la lettera “N” al centro, furono arricchite dall’aggiunta di “S.p.A” accanto alla denominazione completa della società.

Tuttavia, la narrazione di questa versione del logo della SSC Napoli è caratterizzata da una storia breve e travagliata. Nel 2004, soltanto due anni dopo la sua concezione, il club si trovò sull’orlo del fallimento. Dalle ceneri dell’antico glorioso passato, il Napoli è riuscito a rinascere sotto la guida del nuovo patron Aurelio De Laurentiis, assumendo temporaneamente la denominazione di Napoli Soccer. Questa nuova identità, che si riflette nel logo, presenta somiglianze con la versione precedente del 2002, sebbene il contorno si distingua per una tonalità ancor più intensa di blu.

Il 23 maggio 2006, infine, si assiste alla nascita del logo attuale del Napoli Calcio. In questa nuova incarnazione, la lettera “N” rimane l’elemento principale, mentre tutte le altre scritte vengono eliminate, conferendo al simbolo una pulizia e una semplicità raffinata. Il contorno, inoltre, ritorna alla sua tonalità di blu tradizionale, simboleggiando forse il ritorno alle radici e alla stabilità dopo un periodo tumultuoso nella storia del club.

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