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Testa calda, piede dolce, tecnica sopraffina

Il carattere

O ne hai troppo, o ti manca. Se si parla di personalità, verrai sempre accusato di essere troppo calmo, o eccessivamente sopra le righe. Se sei un calciatore, devi abituarti a questa estenuante routine. Se sei giovane, devi rassegnarti ad accuse di chi ha più esperienza di te, ma meno voglia di comprenderti di Cassano di fronte ad un’equazione di secondo grado. Se sei un calciatore giovane, beh, non hai molte speranze di essere estraneo a questo ragionamento.

Lamela TottenhamFiguriamoci poi se provieni dall’Argentina, patria della passionalità e dell’irriverenza. Qui essere sopra le righe è un dovere per emergere, un diritto della gioventù. Nascere a Buenos Aires e vestire la maglia del River Plate ed esordire a 17 anni ti carica di pressione, responsabilità ma ti dà un carico di adrenalina sufficiente fino alla vecchiaia. Ti soprannominano El coco, noce di cocco, e già qui lasci pochi dubbi sulla tua personalità. Testa calda, piede dolce, tecnica sopraffina. Questo il biglietto da visita di Erik Lamela. A Roma è passato in uno dei periodi più incerti degli ultimi anni, alternando sprazzi di classe da top player, ad una mediocrità quasi disarmante. Il giorno e la notte. La musica non è cambiata neanche a Londra, con la maglia di quel Tottenham che un po’ lo esalta un po’ lo castiga. Perché se stai al tuo posto ti accusano di non avere personalità, se provi ad emergere sarai vittima del tuo carattere. Erik lo sa. Ci ha fatto l’abitudine, o forse no. A 25 anni il suo temperamento lo ha portato dove è ora, ma nessuno può negare come avrebbe potuto essere più su di così. A volte accontentarsi è il modo migliore per essere infelici, ma anche l’unica scelta da fare. Il talento, quello vero, è spesso fuori controllo, fugge dalle regole e disdegna l’ordine razionale. Veder giocare Lamela è una garanzia di divertimento. Ma a volte, chi ci diverte, dovrebbe imparare a divertirsi a sua volta.

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