Valentino Rossi e Márquez sono due dei più grande piloti della storia della MotoGP, e hanno condiviso per un certo periodo le carriere. Stili e approcci diversi, certamente, ma uniti dalla capacità di spingersi al massimo, vincere moltissimo e far appassionare milioni di tifosi in tutto il mondo. Andiamo allora a fare un confronto tra questi due colossi, dai risultati ottenuti all’impatto sull’attuale e prossima generazione di piloti, passando per le principali differenze nello stile di guida.
Marquez vs Rossi: i risultati
Apriamo questo confronto mettendo a paragone i risultati conseguiti. Certo, sappiamo bene che i numeri non dicono tutto, ma possono essere comunque utili a fornire un contesto da cui partire. Valentino Rossi ha conquistato 9 titoli mondiali totali (1 in 125cc, 1 in 250cc, 1 in 500cc e 6 in MotoGP): scendendo nello specifico, può vantare 115 vittorie totali e 235 podi. Marc Márquez, invece, è detiene 8 titoli mondiali (1 in 125cc, 1 in Moto2, 6 in MotoGP) con 85 vittorie totali e 139 podi. I due si affiancano nel parametro più ambito, quello dei titoli iridati nella classe regina.
Differenze di guida e approccio alla competizione
Ora entriamo nel vivo di questo confronto, approfondendo i diversi stili di guida e l’approccio alle gare di Rossi e Márquez. Valentino Rossi vantava una guida caratterizzata in primis da una straordinaria fluidità nei movimenti, che faceva sì che la sua moto sembrasse danzare in pista, in un tutt’uno con il tracciato. Un altro trademark del Dottore era la staccata, fondamentale su cui molto spesso costruiva i suoi sorpassi più efficaci e spettacolari. Inoltre, gestiva in maniera eccellente gli pneumatici durante la gara, abbinando a questa capacità una lettura perfetta delle condizioni metereologiche e di pista. Rossi, in sostanza, è passato alla storia grazie a un approccio molto analitico, ad un preparazione metodologica volta ad affrontare tutte le possibili varianti e una grande abilità nel modificare il proprio stile in base alle esigenze, destabilizzando anche gli avversari più sicuri.
Marc Márquez ha portato su scala mondiale il proprio rivoluzionario stile di guida, caratterizzato da angoli di piega estremi e dallo spingere il proprio corpo e la propria vettura al massimo. Caratterizzato da una guida aggressiva e istintiva, non ha mai fatto mistero di amare il rischio, arrivando spesso al limite e osando dove molti piloti si fermerebbero. Un esempio lampante è dato dalla capacità praticamente unica di utilizzare il gomito come terzo punto d’appoggio per piegare la moto il più possibile. Inoltre, ha una grande capacità di imparare immediatamente dai propri errori, senza lasciarsi scoraggiare.
Rivalità e impatto sulle successive generazioni di piloti
I duelli tra i due piloti sono stati diversi e tutti memorabili. I fan di questa disciplina ricorderanno sopratutto il Mondiale del 2015, ed in particolare la gara di Assen: questa cora, dal controverso finale, vedrà vincere Valentino Rossi e far esplodere definitivamente l’astio tra i due piloti, che troverà il suo apice nell’incandescente finale di campionato tra Phillip Island, Sepang e Valencia. Non può mancare una menzione ad Argentina 2018, dove lo spagnolo stenderà Rossi in un eccesso di frustrazione. In sostanza, la rivalità tra Rossi e Marquez è stato uno degli elementi catalizzanti della narrativa dello scorso decennio di MotoGP, tenendo incollati alle gare milioni di spettatori.
Dati i successi conquistati, è inevitabile che Rossi e Marquez abbiano generato un impatto anche sui piloti venuti dopo di loro, che li hanno sempre guardato due dei migliori di sempre. Rossi, senza ombra di dubbio il miglior italiano di sempre a salire su un moto, ha influenzato un’intera generazione con la VR46 Academy, creando una scuola italiana di piloti e cercando di portare avanti la sua eredità. Marquez ha rivoluzionato lo stile di guida moderno, facendo della sua aggressività e spettacolarità un marchio di fabbrica e mostrando a tutti l’importanza di sapersi mettere in gioco e di correre tutti i rischi necessari per tagliare il traguardo per primo.