Il rapporto tra il Milan e i calciatori iberici storicamente non è mai stato idilliaco. L’elenco si perde nella notte dei tempi: José Mari, Javi Moreno, Bojan Krkić, Suso, che tutto sommato così male alla fine non ha fatto. Un rapporto strano: dalle piazze più occidentinali d’Europa quasi mai sono arrivati a Milanello campioni in grado di mutare le sorti del club. Le eccezioni certamente non mancano: Manuel Rui Costa, per fare un nome su tutti, portoghese tutto d’un pezzo e tra i più grandi trequartisti di sempre, ha toccato l’apice della sua carriera vincendo tutto proprio sul verde di San Siro in maglia rossonera. Era arrivato a Milano nel 2001 dalla Fiorentina. Avrebbe voluto emularne le gesta, anche se in un ruolo diverso, André Silva, in patria ritenuto una delle promesse calcistiche dell’ultimo decennio. Portoghese come Rui.
È durata un cortometraggio l’avventura dell’ex Porto in Serie A (41 presenze e 17 reti in due anni – i primi – da professionista in Portogallo). Oggi a Milanello ci sta provando un altro portoghese, Rafael Leao. Anche Rafa ha la stoffa e di quella elegante per davvero, di velluto. André Silva al Milan è durato due stagioni. Era arrivato nella sessione estiva di un mercato faraonico, quello del primo (e per fortuna unico) Milan cinese, presentato a suon di proclami dal duo Fassone-Mirabelli. Tempacci. Era l’estate delle “cose formali” e dei magnifici sette, il 2017, sette come le Champions che i rossoneri contavano e contano ancora oggi dietro le teche al Museo di Casa Milan. L’obiettivo, il traguardo, la missione di quel Milan era tornare grande in poco tempo, brillante sull’Olimpo europeo. André Silva era stato annunciato come uno dei condottieri migliori, l’uomo da mandare in battaglia per riprendersi tutto l’onore: giovane e di prospettiva.
Per quasi 35 milioni di euro, il 12 giugno 2017 il lusitano aveva firmato il suo contratto con i rossoneri. Da lì in poi ha conquistato pochissimo. Ha esordito sotto porta con una doppietta contro lo Skendija in Europa League (partita terminata 6-0). Mentre a livello continentale è riuscito a mantenere medie soddisfacenti, eguagliando con otto centri un certo Pietro Paolo Virdis, in campionato ha fatto fin da subito fatica a ingranare la marcia migliore: 24 uscite e appena 2 reti nella stagione del debutto in Italia. Un flop. Così il Milan ha scelto la strada del prestito al Siviglia nella stagione successiva: il risultato è stato ancora più deprimente, tanto che gli spagnoli non ci hanno pensato mezzo secondo a rispedirlo in Italia a campionato concluso. Nessun riscatto, è toccato di nuovo al Milan decidere le sorti del portoghese. L’intuizione è arrivata da Zvone Boban nell’estate del 2019: l’ex Chief Football Officer rossonero aveva messo nel mirino il croato dell’Entraich Francoforte, Ante Rebic, suo connazionale, finalista al Mondiale russo del 2018 e in trampolino di lancio… È stato uno scambio praticamente alla pari: l’operazione sull’asse Francoforte-Milano si è concretizzata in poco tempo: André Silva dritto in Bundesliga, Rebic in rossonero.
Il portoghese con Le Aquile è scattato fin dai primi metri: tre gol realizzati in quattro uscite. Ha poi frenato per un problema al tallone d’Achille ma si è ripreso sul finale della stagione: 8 centri in 11 uscite, condite da un assist. Rebic al Milan è stato un diesel: male male fino al giro di boa del campionato, quando si è preso letteralmente sulle spalle la squadra e l’ha trascinata fuori dal tunnel: 10 gol in 13 partite, nel post lockdown è stato l’uomo in copertina del team di Stefano Pioli. Rebic è andato al rallenty anche quest’anno, da settembre a oggi ha segnato meno della metà dei gol con i quali ha chiuso la sua prima parentesi a Milano. Però il macrodato è relativo, perché il croato in realtà va a segno con un ritmo importante da fine 2020: primo centro a San Siro contro la Lazio, poi il bis a Bologna e la doppietta nell’ultimo turno di Serie A, in casa dinnanzi al Crotone. Più continuo il rendimento di André Silva in Bundesliga: a Francoforte segna sempre lui. Fino a oggi sono 17 i centri del portoghese in 19 uscite ufficiali soltanto in campionato. È l’uomo del momento, così come Ante Rebic lo è nel Milan delle ultime settimane. Oggi André Silva vale la cifra che il Milan spese nel 2017 per aggiudicarsi il suo cartellino, così come Rebic, circa 30 milioni di euro.
Raramente nel calcio gli scambi addolciscono il palato di tutti. Meglio di così però non poteva andare. Qui tutti ridono e se la godono, a cominciare ovviamente dai due diretti protagonisti, da incognite a idoli dopo appena un volo aereo di 90 minuti. Il tempo insomma di una partita.