Quando si parla di Diego Armando Maradona è difficile mantenere insieme realtà e mito. I piani di racconto si mischiano fino a confondersi e creano quella che può essere a tutti gli effetti la definizione di leggenda. Nato nel 1960 a Buenos Aires, El Pibe de Oro esordisce nel calcio professionistico a soli 16 anni con la maglia dell’Argentinos Juniors e un anno dopo veste per la prima volta la maglia dell’Argentina. Da queste premesse germoglia quello che sarà non solo un talento generazionale, ma soprattutto un idolo per tutti gli appassionati di calcio. Maradona è stato un punto di riferimento per le persone normali, che sono riuscite a immedesimarsi nel carattere forte ma fragile dell’argentino, capace di lasciare il segno non solo con uno slalom tra i difensori ma anche con le parole, d’amore o di denuncia. E su chi sia il più forte giocatore di tutti i tempi tra El Pibe de Oro e Pelé i tifosi argentini non hanno mai avuto dubbi. In occasione della finale dei Mondiali in Brasile conquistata nel 2014 dalla Selección i tifosi hanno intonato all’unisono: “Maradona es mas grande de Pelé”.
Maradona e il Napoli
1984 è l’anno in cui inizia la parentesi di Diego Armando Maradona al Napoli. Un’avventura che cambierà per sempre la città partenopea, il campionato italiano e Maradona stesso. Ingaggiato dal club azzurro per circa 13 miliardi e mezzo di lire. La presentazione allo stadio San Paolo – oggi rinominato in suo onore – avviene il 5 luglio di quell’anno. Con il Napoli ha giocato fino al 1991, collezionando complessivamente 115 gol in 259 partite. Maradona ha portato il Napoli per la prima volta sul tetto d’Italia, trascinando gli azzurri alla vittoria dei primi 2 Scudetti della storia nel 1986-87 e nel 1989-90. Altri titoli conquistati 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana nel 1990 e 1 Coppa Uefa nel 1989. Con il numero 10 – maglia ritirata dal club partenopeo – ha fatto sognare una città intera, che si è aggrappata con tutte le forze alla leggenda di Diego: un mito capace di ispirare bambini e adulti.
I problemi con la droga e la morte
15 i mesi di squalifica rimediati da Maradona dopo essere risultato positivo a un controllo anti-doping a margine del Mondiale del 1994 in USA con l’Argentina. Tre anni prima, il 17 marzo 1991, El Pibe de Oro ha finito la sua esperienza in Serie A sempre a causa di una positività alla cocaina dopo un controllo anti-doping a margine di Napoli-Bari di campionato. Nel 2000 Maradona è riuscito a disintossicarsi, ma i problemi di salute non hanno smesso di perseguitarlo. Poco dopo aver celebrato il suo 60esimo compleanno, l’ex fuoriclasse è stato ricoverato all’ospedale di Buenos Aires in seguito a un malore. Una volta uscito, dopo pochi giorno è stato colpito da un attacco cardiaco che ha spento ogni speranza.
Come mai Maradona non ha mai vinto il Pallone d’Oro?
1 Mondiale con l’Argentina nel 1986, 1 Campionato argentino, 2 Scudetti col Napoli (1986-87 e 1989-90), 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 Coppa Uefa nel 1989. Con il Barcellona 1 Coppa di Spagna, 1 Supercoppa di Spagna e 1 Coppa della Liga. In 483 partite disputate in carriera ha segnato 255 gol. Eppure Maradona non è mai riuscito a vincere il Pallone d’Oro. Ma perché? Sia lui che Pelé non sono mai stati nominati nelle varie edizioni dagli anni ’50 ai ’90 perché si trattava nei primi decenni dalla sua istituzione di un premio assegnato ai giocatori europei. Giocatori come Sivori e Di Stefano sono riusciti a conquistarne la vittoria solamente grazie alla discendenza da avi nel continente europeo. Nel 1996 però – al suo ritiro dal calcio giocato – Maradona ha ricevuto il Pallone d’Oro alla carriera.