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Adriano Panatta: classe e talento di un campione

Adriano Panatta

Anche se ormai sono passati diversi decenni dal suo periodo di attività, Adriano Panatta è ancora uno dei più fulgidi simboli del tennis italiano. L’atleta romano ha infatti raggiunto vette dove per lungo tempo, per essere precisi fino all’arrivo di Jannik Sinner, è rimasto in solitaria: è stato il primo tennista italiano a raggiungere la top 4 della graduatoria mondiale, il più vincente azzurro nell’era Open e il primo a qualificarsi alle ATP Finals (allora Masters) di fine anno. Andiamo allora ad approfondire l’incredibile carriera di Adriano Panatta, che oggi si diverte a fare il commentatore sportivo, soprattutto nell’ambito calcistico.

La carriera di Panatta

Adriano Panatta al Roland Garros stadium
(Photo by -/AFP via Getty Images)

La carriera di Panatta è stata ricca di successi e ha contribuito alla popolarità del tennis nel nostro paese, che ha trovato in lui uno dei più grandi beniamini: Adriano ha giocato per ben 15 anni, vincendo 10 trofei e disputando 26 finali complessive, entusiasmando tutti gli italiani.

Gli esordi

Adriano Panatta comincia a giocare a tennis sin da giovanissimo, spinto da suo padre Ascenzio, che all’epoca era il custode del Tennis Club Parioli e lo iscrive a soli 6 anni ai primi corsi. Panatta mostra qualità e talento, e inizia a prendere parte a diversi tornei sul finire degli anni ’60, misurandosi sfide sempre più impegnative: sarà solo a 18 anni che si convincerà effettivamente di poter fare il tennista nella vita. Il primo grande anno della sua carriera, che lo mette sulla mappa del tennis italiano e internazionale, è il 1970: a maggio diventa il più giovane tennista azzurro a partecipare agli ottavi di finale del prestigioso Roland Garros, mentre a settembre vince i Campionati italiani assoluti, trionfando in finale su un ormai 37enne Nicola Pietrangeli in una sorta di passaggio del testimone. A vent’anni, Adriano Panatta è pronto per il grande salto. 

Le vittorie

Nel 1971 Adriano Panatta inaugura il suo ciclo di vittorie: mette infatti le mani sul torneo di Senigallia, allora valevole per il Grand Prix e primo titolo dell’era Open vinto da un italiano, e trionfa anche al Trofeo Bonfiglio e nuovamente ai Campionati italiani assoluti. L’anno successivo avanza nel Roland Garros, battendo al primo turno il detentore del titolo e leggenda del tennis Nastase, e raggiunge le finali di Amburgo e Gstaad. Nel 1973 riesce a vincere un’altra finale dopo 7 sconfitte consecutive ad un atto conclusivo conquistando così il torneo di Bournemouth. Inoltre, l’introduzione del nuovo sistema di calcolo computerizzato lo issa all’8° posto della classifica mondiale, rendendolo il primo italiano ad entrare nella top 10. Segue un breve periodo di flessione tra il 1974 e il 1975, dove riesce comunque a vincere due tornei e ad approdare nuovamente alla semifinale del Roland Garros. Panatta e gli italiani non lo sanno ancora, ma sta per arrivare uno dei più incredibili anni della storia del tenni azzurro.

 Il 1976, infatti, è l’anno cardine della carriera di Adriano Panatta. Alla nona partecipazione al torneo riesce a rompere la maledizione degli Internazionali d’italia, che fino ad allora gli avevano riservato solo dolori, e sconfiggendo in finale Guillermo Vilas vince il suo primo e ultimo titolo di categoria equivalente all’attuale Masters 1000

A giugno dello stesso anno scrive la storia vincendo il Roland Garros, diventando così il primo tennista italiano a vincere uno Slam nell’era Open e tutt’ora l’unico azzurro ad aver centrato l’accoppiata Internazionali d’italia-Open di Francia nello stesso anno. Il 24 agosto raggiunge il 4° posto della classifica mondiale ATP, allora miglior piazzamento di un italiano nel ranking: questo record resisterà fino al 2024, quando sarà raggiunto (e superato) da Jannik Sinner.

Negli anni successivi Panatta continuerà ad avere una carriera di alto livello, conquistando tre ulteriori titoli (arrivando così ad un totale di 10) e avendo come unico vero rimpianto l’edizione di Wimbledon del 1979: sul green più importante di tutti Panatta arriva dove mai era arrivato prima, ai quarti di finale, ma perde contro il non irresistibile Pat Du Pré subendo una clamorosa rimonta. Si ritira dal tennis giocato nel 1983, al termine di una carriera unica e straordinaria. 

Chi faceva coppia con Panatta?

Carrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta e Antonio Zugarelli si allenano
(Photo by David James Bartho/Fairfax Media via Getty Images).

Il grande 1976 di Adriano Panatta è segnato anche dalla prima storica vittoria dell’Italia alla Coppa Davis, della quale è assoluto protagonista assieme a Paolo Bertolucci e agli altri componenti della squadra azzurra. Pur non avendo perseguito una carriera di successo come quella di Panatta, Bertolucci è stato il suo miglior partner: i due hanno fatto emozionare l’Italia appassionata di doppio, vincendo molte sfide e rimanendo nella storia proprio per la campagna del 1976.

Qualche curiosità che non sai

Adriano Panatta da giovane
(Photo by Adriano Alecchi/Mondadori via Getty Images)

Concludiamo con alcune curiosità su Panatta che forse non sapete: all’inizio degli anni ’70, per esempio, ha avuto una relazione con Loredana Bertè, che poi si legherà al rivale Borg. Dopo il ritiro si è cimentato in diverse avventure, soprattutto quella di scrittore: tra i diversi titoli ricordiamo Io e il tennis, Lei non sa chi eravamo noi e Il tennis l’ha inventato il diavolo. I colpi impossibili, le pazzie dei campioni e tutti i match in cui il demonio ha messo la coda. Panatta si è dilettato anche in qualche piccola esperienza di attore, recitando in La profezia dell’armadillo con Zerocalcare e Tutti per 1 – 1 per tutti.

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