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Chi è Holger Rune, uno dei protagonisti del tennis del futuro

Holger Rune

A poco più 21 anni, Holger Rune ha già fatto parlare ampiamente di sè: dotato di grande temperamento e di un eccellente rovescio, il danese classe 2003 è salito alla ribalta nel 2022 vincendo i Masters di Parigi, battendo in finale il leggendario Novak Djokovic. Dopo questo celebre exploit e il raggiungimento della quarta posizione del ranking mondiale, nell’ultima stagione Rune ha visto un calo delle proprie prestazioni, uscendo dalla top 10 e raggiungendo una sola finale: niente di allarmante data la giovane età, e saranno solo le prossime stagioni a raccontarci il vero valore di questo ragazzo. Nell’attesa di un 2025 che potrebbe riportarlo in auge, riscopriamo la carriera di Holger Rune.

Holger Rune: origine e primi anni

Holger Rune comincia a giocare a tennis all’età di sei anni grazie all’influenza della sorella, che all’epoca praticava questo sport. Ottiene da subito eccellenti risultati ai tornei giovanili, che lo portano ad esordire in Coppa Davis quando non ha ancora compiuto 15 anni; si farà notare ottenendo l’unico punto della sua Danimarca contro l’Egitto. Successivamente sceglie di passare al professionismo e nel 2021 entra nel circuito maggiore: qui vince i primi titoli Challenger, ottenendo punti preziosi che lo portano al numero 103 del ranking mondiale. Durante l’anno riesce anche a superare le qualificazioni degli US Open e ad approdare al primo turno, dove incontra Novak Djokovic: strappa un set al numero 1 e futuro campione del torneo, facendosi notare per l’eccellente carattere messo in mostra.

Il trionfo ai Masters di Parigi

il dritto di Holger Rune
Holger Rune of Denmark returns the ball to Stefanos Tsitsipas of Greece (not pictured) during the final man singles match of the ATP Stockholm Open tennis tournament in Stockholm, Sweden, on October 23, 2022. (Photo by Jonathan NACKSTRAND / AFP) (Photo by JONATHAN NACKSTRAND/AFP via Getty Images)

A maggio del 2022, dopo essere entrato nella top 100, Rune vince il suo primo titolo ATP: si tratta del torneo di Monaco di Baviera, dove approfitta del ritiro di Botic van de Zandschulp; lungo la sua strada alla finale non perde neanche un set ed elimina, tra gli altri, il numero 3 Alexander Zverev, mettendo così a referto la sua prima vittoria contro un top 10. L’ottimo momento di forma prosegue con il successo agli ottavi di finale del Roland Garros contro il n.4 del ranking Stefanos Tsitsipas, che poi sconfiggerà anche nella finale di Stoccolma ottenendo il suo secondo trofeo.

Il grande colpo lo sigla però ai Masters di Parigi, dove sconfigge nell’ordine Stan Wawrinka, Hubert Hurkacz, Andrey Rublev, l’allora numero 1 del mondo Carlos Alcaraz e Felix Auger-Aliassime per approdare nella finale più prestigiosa raggiunta sino a questo momento. Qui incontra Novak Djokovic e incredibilmente ha la meglio, vincendo in rimonta e aggiudicandosi il tuo primo torneo di prestigio: finisce sotto i riflettori ed entra nella top 10 mondiale.

2023: l’ascesa di Holger Rune

Nel 2023 inaugura in maniera eccellente la stagione sulla terra rossa, arrivando fino alla prestigiosa finale dei Masters di Monte Carlo: lungo la strada sconfigge, tra gli altri, i top 10 Daniil Medvedev e Jannik Sinner, perdendo all’atto conclusivo contro Rublev. Arriva in finale anche agli Internazionali d’Italia, altro torneo appartenente ai Masters 1000, e qui il successo gli viene negato da Daniil Medvedev. L’highlight del torneo è un altro successo su Novak Djokovic, sconfitto ai quarti in tre set. Performa molto bene anche a Wimbledon, dove raggiunge per la prima volta i quarti di finale: qui esce di scena per mano del futuro vincitore del torneo Carlos Alcaraz. L’ottimo periodo gli permette di salire fino al 4° posto del ranking mondiale, ad ora suo massimo in carriera, e a fine anno si qualifica per le ATP Finals.

L’amaro 2024 di Holger Rune

Il 2024, dato il grande biennio precedente, sembrava inizialmente essere l’anno della consacrazione di Holger Rune: il tennista, invece, nel corso di questa stagione perde molti match e diverse posizioni nel ranking. Ma andiamo con ordine. A Brisbane apre l’anno raggiungendo quella che si rivelerà essere l’unica finale, dove perde per due set a zero contro Grigor Dimitrov. Le brutte performance agli Australian Open e all’ATP di Montpellier lo inducono a rompere il rapporto professionale con l’allenatore Boris Becker. La mancanza di risultati di spessore lo porta anche ad uscire dalla Top 10, nella quale si trovava da 15 mesi; nella seconda metà dell’anno il lowlights per eccellenza è l’uscita al primo turno degli US Open. dove perde con Brandon Nakashima. Fa anche peggio all’Open di Hangzhou, dove perde contro il numero 160 della classifica mondiale Uchiyama.

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