Vai al contenuto

Favola Chievo: dalla terza categoria alla Coppa Uefa

La promozione in Serie A dopo una lunga cavalcata, il primo posto in classifica e la qualificazione in Coppa Uefa. Diciotto anni fa la favola Chievo di Gigi Delneri.

Favola Chievo

Miracolo. Termine spesso abusato dai parlatori di sport. Opinionisti, osservatori, addetti ai lavori…fate voi. Non esistono i miracoli nello sport. Chi raggiunge un traguardo, ottiene un obiettivo lo conquista con merito. Sempre. Così fece il Chievo Verona di Gigi Delneri nella stagione 2001/2002, così fece il Leicester City di Claudio Ranieri e Jamie Vardy nel 2017. Anime gemelle, piccole piazze che ammirano i trionfi dei grandi e sognano di emularne le gesta. E ci riescono. Più corretto parlare di favola Chievo. Davide che sconfigge Golia. Non succede spesso. Ma non serve scomodare gesta epiche e leggendarie. Perché qui di epico c’è davvero poco.

C’è semplicità, normalità, lavoro e coraggio. E risultati. Ecco perché “miracolo” è un termine che stona. Il Chievo prima, il Leicester poi hanno mostrato al mondo che credendo nelle proprie forze, con fiducia, con carattere e senza paura “si può fare”. Non succede spesso, vero. Ma succede. A volte basta volerlo. Qui parliamo di sport, ma la formula la si ritrova ovunque. In politica, in economia, nel sociale… Basta volerlo, poi mettersi all’azione.

Favola Chievo: una cavalcata incredibile

I “Mussi volanti”, gli asini volanti. Il nuovo millennio viene segnato, in orbita calcistica, dalla storica promozione del Chievo Verona in Serie A. Dalla Terza Categoria fino in cima all’Olimpo. Una favola. La favola Chievo appunto. Un piccolo borgo di Verona protagonista tra i grandi. In mezzo alla ressa, nel traffico. In pochi si accorgono delle qualità del team di Gigi Delneri. Eppure durante l’estate sui campi del centro sportivo dei clivensi nasce un sogno.

Il pilota è Luca Campedelli, titolare dell’azienda Paluani, il presidente docile, pacato, mai sopra le righe. Volto da vicino di casa, amico che conosci da una vita. Nella normalità, senza tuonanti proclami, il piccolo Chievo lavora con i suoi operai nella costruzione di una stagione indirizzata verso la salvezza. Non sappiamo quanto ci abbiano davvero creduto dalle parti di Verona, ma quella squadra sotto sotto aveva molto di più di un’animo operaio. Un passo alla volta l’ha dimostrato con i fatti, sul campo. Da Chievo operaio a favola Chievo.

Favola Chievo: la rosa vale quanto un anno di Del Piero

L’impresa, questo sì termine appropriato, parte dalla scrivania. Sul piatto un budget che alla Juventus nemmeno basterebbe a rinnovare per un’altra stagione il contratto di Alex Del Piero. Investimenti risicati ma fatti con estrema diligenza. Intelligenti. Lo scultore è Gigi Delneri, friulano, classe 1950, ex centrocampista. Gigione dà forma a colpi di scalpello a ogni spigolo del gruppo come un preciso artista del rinascimento. Modella la sua squadra e trascina dentro il capolavoro il presidentissimo. È il Chievo di Delneri e Campedelli. La favola Chievo.

I gialloblu diventano una squadra sostanza difensiva ma estremamente pericolosa anche in fase d’attacco. Un carro armato, solido, ambasciatore del canovaccio vecchio stile. Una squadra italiana per tradizione, che ben incarna il calcio del passato made in Italy. Un gioco italiano espresso per lo più da profili italiani. Perrotta, Barone (che diventeranno nel 2006 campioni del Mondo con la Nazionale azzurra di Marcello Lippi), Legrottaglie (presto sui radar di Juventus e Milan), Corradi, Marazzina, Corini in regia, Luciano detto Eriberto, terzino dal passo felpato che da solo meriterebbe una statua nel piazzale del Bentogodi. Nomi lì per lì sulla carta deboli, ma dall’enorme potenziale, poi espresso a suon di vittorie in campo e punti congelati in classifica.

La scalata al primo posto, il calo dopo Natale

La favola Chievo scrive il suo “c’era una volta” al Franchi di Firenze contro la Fiorentina. 26 agosto 2001 Pronti via ed è subito 2-0 secco. Anche il Bologna a Verona frena sullo stesso risultato. Per poco non inciampa anche la Juventus, che deve mettere il turbo, a Torino, per superare di misura gli uomini di Delneri: 3-2. Il temibile Chievo dopo dieci giornate conta sei successi in classifica e due pareggi. Venti punti e primo posto. Sulla strada i veneti incrociano il Milan. I rossoneri spezzano il sogno superando nel derby l’Inter 4-2.

La Roma chiude da campione d’inverno. Ma il Chievo gioca meglio e meriterebbe di più. Dura un girone il sogno del Chievo in vetta alla Serie A. Dopo la sosta per le festività di Natale arriva l’inevitabile calo. Ma quel piccolo gruppo di periferia, chiamato a salvarsi a inizio stagione, va comunque oltre a ogni attesa: chiuderà a ridosso dell’estate al quinto posto in campionato, a un punto dal Milan quarto. A Verona accarezzano il sogno della Champions League, ma timbrano il passo per la Coppa Uefa. Era da trent’anni che un club neopromosso non raggiungeva l’Europa. Nessuno, però, ci era ancora riuscito partendo dai campi di fango.

Condividi
x