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Garrincha, il Passero brasiliano

Garrincha in azione nel 1959

Manoel Francisco dos Santos, per tutti Garrincha. L’invenzione del soprannome è merito della sorella Rosa, che chiamava così il fratellino Manoel intento a inseguire tutti i giorni quegli uccellini (i garrincha appunto) particolarmente diffusi nel continente americano. Una gamba, quella sinistra, più corta dell’altra: un difetto che si rivela nel corso della sua carriera la più grande arma segreta. Negli uno contro uno Garrincha è inarrestabile e al Botafogo diventa il giocatore più forte e amato nella storia del club. Con il club brasiliano ottiene grandi soddisfazioni, ma il meglio di sé lo da con la Selecao diventando insieme al Brasile campione del mondo per la prima volta nella storia. La leggenda di Garrincha è spiegata tutta in questo famoso detto carioca: “Ancora oggi, se chiedi a un vecchio brasiliano chi è Pelé, il vecchio si toglie il cappello, in segno di ammirazione e di gratitudine. Ma se gli parli di Garrincha, il vecchio chiede scusa, abbassa gli occhi e piange”.

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Che problemi aveva Garrincha?

Garrincha e Pelè
(Photo by Pictorial Parade/Archive Photos/Getty Images)

6 i centimetri di differenza in lunghezza tra la gamba sinistra – più corte – e quella destra. Il motivo? Una poliomelite diagnosticatagli all’età di 14 anni, che gli aveva reso il ginocchio destro curvato verso l’interno e quello sinistro verso l’esterno, il bacino sbilanciato e appunto le gambe con una differenza di lunghezza tra di loro. Il rimedio previsto dalle tradizioni degli indios brasiliani prevedevano una cura a base di cachaça, liquore tipico del Paese. Per questo motivo Garrincha inizia ad avvicinarsi al vizio dell’alcool che lo accompagnerà per il resto della vita.

Quanti Mondiali ha vinto Garrincha?

Garrincha firma autografi
(Photo by PA Images via Getty Images)

2 i Mondiali vinti da Garrincha con il Brasile: il primo della nazionale verdeoro, nel 1958. 3 sono gli attaccanti con cui compone uno dei quartetti d’attacco più forti della storia: Didi-Vavá-Pelé. 1962 l’anno della consacrazione per Manoel, che nel corso degli anni affina ulteriormente la sua tecnica nel dribbling. 4 i gol segnati in 6 partite che trascinano il Brasile in finale contro la Cecoslovacchia di Masopust. 39 i gradi di febbre di Garrincha il giorno della finale e 3 gli uomini messi su di lui in marcatura dagli avversari: limitazioni inutili. Il Brasile vince 3-1 e diventa Campione del Mondo per la seconda volta consecutiva. Con il Botafogo invece vince 3 campionati Carioca e 3 Torneo Rio-San Paolo. Curiosità: con il Brasile Garrincha ha scritto la storia, ma i test psicologici pre-Svezia 1958 avevano stabilito che aveva il cervello di un bimbo di 5 anni e il consiglio era quello di non convocarlo. Sappiamo poi come è andata a finire.

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Garrincha il ritiro e l’autodistruzione

Garrincha nel 1962
(Photo by Willi Gutberlet/picture alliance via Getty Images)

100.000 i tifosi presenti al Maracanã per un’amichevole istituita il giorno del suo ritiro tra la Nazionale brasiliana e una selezione sudamericana. 3 i grandi problemi che rovinano la vita di Garrincha fino a portarlo all’autodistruzione: denaro, alcool e relazioni. 14 sono i figli avuti da innumerevoli relazioni che contribuiscono a intaccare l’equilibrio della sua vita personale. Dopo aver tentato diverse volte il suicidio Garrincha muore all’età di 49 anni, il 20 gennaio del 1983. 20 i giorni che l’uomo ha passato senza mangiare e con solo alcool in corpo prima di morire, secondo quanto rivelato dall’autopsia. Arrivato in ospedale il 19 gennaio 1983, il suo fegato era devastato e nello stomaco gli è stata ritrovata addirittura l’acqua di Colonia.

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