Lo sport è fatto di grandi imprese, ma anche di momenti incredibilmente sfortunati. Del resto, a chi non è mai capitato di procurarsi un infortunio: alcuni di questi, soprattutto ad alti livelli, sono assurdi, incredibili e talvolta perfino comici, avvenendo spesso in situazioni e contesti improbabili. In questo articolo proviamo ad esplorare gli infortuni più strani nella storia dello sport, da quelli assurdi a quelli ancora oggi inspiegabili.
1. L’infortunio più costoso: David Beckham e la scarpa di Sir Alex Ferguson
Sir Alex Ferguson è stato uno dei più grandi allenatori della storia del calcio, forgiando buona parte della sua leggenda sulla panchina del Manchester United. Una collaborazione ricchissima di successi, dove però non sono mancati dei momenti no: uno di questi risale al 2003 quando, dopo una sconfitta del suo Manchester United, Alex Ferguson lancia una scarpa negli spogliatoi in preda alla delusione e con questa colpisce David Beckham sopra l’occhio. Il centrocampista, già allora una celebrità conosciuta anche fuori dal rettangolo verde, non la prende bene: oltre al danno fisico – un taglio e diversi punti di sutura necessari – sorgono diversi polemiche e le frizioni tra i due, già presenti, raggiungono l’apice. Dopo pochi mesi, Beckham dirà addio ai Red Devils per accasarsi al Real Madrid.
2. L’autogol della sfortuna: Santiago Cañizares e il flacone di profumo
A volte, la sfortuna di qualcuno può essere l’occasione della svolta per qualcun altro. Torniamo allora al 2002, precisamente al Mondiale di Giappone e Corea del Sud. Santiago Cañizares, dopo una vita da secondo portiere nella Nazionale, è finalmente designato come titolare per il palcoscenico più importante di tutti: l’estremo difensore spagnolo, incredibilmente, si lesiona il tendine del piede facendo cadere un flacone di profumo mentre è in bagno. Inabile a partecipare al mondiale, al suo posto viene chiamato il giovane Iker Casillas, che diventerà uno dei più grandi portieri del calcio e del suo paese.
3. L’infortunio più stupido: Darius Vassell e il trapano sul piede
Ci sono infortunati che sono decisamente difficili da spiegare: non tanto per la loro natura, quanto più per il modo in cui capitano. L’infortunio occorso a Darius Vassell rientra decisamente in questa categoria: l’attaccante inglese si accorge di avere un’unghia incarnita e tenta di rimuoverla forandola con un trapano elettrico. Com’è ovvio, non ottiene il risultato sperato, bensì un’infezione e diverse settimane stop per via del necessario intervento chirurgico. Nonostante Vassell abbia successivamente smentito questa dinamica, la storia continua ad avere un certo seguito.
4. Il giocatore che si è rotto per esultare: Paulo Diogo
Uno degli infortuni bizzarri più celebri in assoluto: nel 2004, il calciatore svizzero Paulo Diogo si arrampica sulla rete per esultare dopo aver servito un assist durante la partita tra Servette e Schaffhausen. Nel salto di ritorno, la fede nuziale rimane impigliata nella rete e due falangi dell’anulare si staccano. E non è tutto: oltre all’infortunio, l’arbitro lo ammonisce con un cartellino giallo per eccesso di esultanza. Alla fine, Diogo sarà portato all’ospedalem dove gli verrà amputato il dito in quanto risultò impossibile riattaccare le falangi.
5. L’infortunio più assurdo nel basket: Derrick Rose e la maledizione delle ginocchia
Nel mondo dello sport anglosassone esiste l’espressione What If, utilizzata per indicare quei giocatori dal grande talento che, per un motivo o per l’altro, non sono riusciti a raggiungere il loro massimo potenziale. Spesso, dietro questa mancata realizzazione risiede un problema fisico o un infortunio: Derrick Rose è sicuramente il più grande What If della storia della pallacanestro, perlomeno di quella moderna. Nel 2012, mentre è nel pieno della sua forma fisica e sulla via per raggiungere l’apice dell’NBA, Rose subisce un tremendo infortunio al ginocchio. Dopo un lungo recupero, tornerà comunque a giocare a basket, ma non ritroverà mai l’esplosività che aveva segnato i suoi primi anni. Inoltre, il fisico si rivelò progressivamente sempre più soggetto agli infortuni, limitandolo notevolmente della seconda parte della sua carriera.
6. Il golfista più sfortunato: Rory McIlroy e la partita di calcio prima del torneo
Nel 2015, proprio prima dell’importantissimo British Open, il golfista Rory McIlroy si rompe i legamenti della caviglia: l’infortunio, però, non avviene durante la preparazione del torneo, ma giocando a calcio con gli amici. Mcllroy è così costretto a saltare il Major, perdendo così l’occasione di aggiungere uno dei tornei più ambiti al proprio palmarés.
7. Il motociclista che si infortunò… giocando ai videogiochi
Restiamo in tema “infortuni extra campo” e parliamo di Max Biaggi, grande icona del motociclismo italiano, attivo dal 1991 al 2005. Oltre alle moto, Biaggi aveva anche un’altra grande passione: la playstation; prima di una gara, si infortunò ai polsi per via dell’alto numero di ore passato a giocare ai videogiochi. Questo condizionò l’andamento della corsa, che lo vide finire fuori dal podio.
8. L’infortunio più assurdo delle Olimpiadi: Hans-Gunnar Liljenwall e l’alcol nel pentathlon
La tensione prima di una gara può giocare brutti scherzi: ne sa qualcosa Hans-Gunnar Liljenweall, che alle Olimpiadi del 1968 decise di bere della birra per ritrovare la calma prima di una gara di tiro durante il pentathlon. Vinse la medaglia di bronzo ma, dopo la gara, venne squalificato per essere risultavo positivo all’antidoping per via di un tasso alcolemico più elevato di quanto consentito. Liljenweall si difese dichiarando di aver bevuto “solo due birre”, ma la medaglia gli venne comunque revocata. Questo episodio è diventato molto celebre anche per essere stato il primo caso di atleta positivo all’antidoping alle Olimpiadi.
9. Il caso di Richard Wright: quando un cartello di avviso ti manda KO
Concludiamo con un episodio epitome dell’ironia della sorte: riguarda l’ex portiere dell’Arsenal Richard Wright, che nel corso della sua carriera è stato vittima di moltissimi infortuni che ne ha notevolmente ridimensionato lo status di giovane promessa. Uno di questi sfiora l’assurdo: Wright, infatti, si infortunò cadendo su un cartello che segnalava proprio il pericolo di caduta.