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I 5 migliori CT della Nazionale

tifosi della Nazionale italiana

Attualmente l’Italia calcistica vive un periodo non semplice: dopo la vittoria, un po’ a sorpresa, dell’Europeo 2021, gli Azzurri sono infatti entrati in una spirale di risultati negativi, saltando per la seconda volta consecutiva la qualificazione ai Mondiali di calcio ed aggregandosi solo in seconda battuta alla prossima edizione degli Europei, che si terrà questa estate. Alla guida del team ci sarà Luciano Spalletti, subentrato a Roberto Mancini dopo aver trionfato con il Napoli nel campionato di Serie A 2022/2023. In attesa di scoprire come se la caverà il nostro nuovo CT alla sua prima grande prova, andiamo a riscoprire chi sono i suoi illustri predecessori: ecco i cinque migliori allenatori della nostra Nazionale.

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Vittorio Pozzo

Vittorio Pozzo e la Nazionale nel 1934
(Photo by Keystone/Hulton Archive/Getty Images)

Difficile fare qualcosa di meglio che vincere due Coppe del Mondo, e infatti il primo nome della lista non può che essere Vittorio Pozzo: ancora oggi, è l’unico a detenere questo record nella storia del calcio. Certo, era un altro sport, ma le sue vittorie nel Mondale casalingo del 1934 e in quello che ha preso vita in Francia nel 1938 lo mettono per sempre nell’olimpo del calcio italiano e nel novero dei migliori commissari tecnici di sempre. Pozzo, che ha guidato l’Italia dal 1929 al 1948, è stata una figura apicale nel nostro calcio, curando un progetto di riforma del campionato e fondando, insieme ad altri, il Torino.

Enzo Bearzot

Enzo Bearzot fuma la pipa
(Photo by Duncan Raban/Allsport/Getty Images)

Al secondo posto di questa classifica c’è l’uomo che ha portato l’Italia alla vittoria del suo terzo mondiale nel 1982: parliamo di Enzo Bearzot, che ha guidato la nazionale dal 1975 al 1986 conducendola al massimo trionfo contro tutti i pronostici. Un uomo particolare Bearzot, che dava molto spazio ai sentimenti e alla fiducia reciproca, spesso prediligendo i rapporti umani ai risultati sul campo quando si trattava di scegliere i calciatori da convocare per la Nazionale: l’esempio più lampante risale proprio al Mondiale 1982, dove porterà un Paolo Rossi appena rientrato da una lunga squalifica e piuttosto sfiduciato al posto dello sfavillante Roberto Pruzzo, in quel momento capocannoniere della Serie A. Per questa e altre scelte fu estremamente contestato all’inizio della manifestazione, ma il tempo gli darà poi ragione. Una curiosità: detiene il record di panchine da commissario tecnico della nazionale italiana, avendola guidata per ben 174 gare.

Marcello Lippi

Marcello Lippi con la coppa del Mondo nel 2006
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Marcello Lippi è l’ultimo allenatore, in ordine cronologico, in grado di portare l’Italia sul tetto del mondo. La sua campagna, a differenza di molti altri tecnici, è stata straordinariamente rapida: diventa CT nel giugno 2004 e, dopo qualche partita di adattamento, apre una striscia di imbattibilità che gli permette di conquistare la qualificazione ai Mondiali del 2006 con un turno di anticipo. Per tutta la manifestazione, che in molti ricordano, la sua Italia subirà soltanto due gol (un autogol e un calcio di rigore) mostrando un’incredibile solidità difensiva e la capacità di fare male a chiunque: senza i favori del pronostico, l’Italia di Marcello Lippi trionferà nella manifestazione sconfiggendo la Francia in finale. Rapidamente come era arrivato, Lippi se ne va: tre giorni dopo la vittoria del Mondiale, a sorpresa, annuncia l’addio alla panchina, lasciando il posto a Donadoni. Verrà poi richiamato nel 2008, giusto in tempo per far qualificare l’Italia ai Mondiali del 2010, dove però la campagna azzurra sarà disastrosa e porterà alle seconde e definitive dimissioni.

Arrigo Sacchi

Arrigo Sacchi allena la Nazionale nel 1996
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Il palmarès di Arrigo Sacchi come CT della Nazionale non è fulgido come quello dei suoi colleghi, ma il suo nome va comunque menzionato in questa categoria per via del grande rinnovamento del quale è stato promotore. Dopo aver vinto tutto con il Milan di Silvio Berlusconi, infatti, Sacchi proverà a proporre il proprio calcio offensivo su larghissima scala, cercando di far uscire l’Italia, che allenerà dal 1991 al 1996, dalle secche in cui era incappata nella seconda metà degli anni ’80. Ci riuscirà fino ad un certo punto: il suo risultato più prestigioso sarà il secondo posto al Mondiale del 1994, perso in finale contro il Brasile. 

Roberto Mancini

Roberto Mancini durante la finale di Euro 2020
(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Roberto Mancini è nella memoria di tutti sia per il suo momento più alto che per quello più basso con la Nazionale Italiana, cosa che lo rende un profilo di difficile valutazione: da un lato la rinascita dopo il disastro con Ventura e la vittoria insperata degli Europei del 2021, ottenuti con una squadra convinta, coesa ed entusiasmante. Dall’altro c’è il disastro conseguente a questa vittoria: pochi risultati, gioco macchinoso, l’incredibile Mondiale mancato e, per finire, le dimissioni in fretta e furia proprio qualche giorno prima della chiamata dall’Arabia Saudita. Insomma, la parabola di Roberto Mancini come commissario tecnico della Nazionale italiana, forse proprio perché è quella più recente e quindi più fresca nella memoria, ha suscitato molto più clamore rispetto a quella dei colleghi: detto ciò, i meriti restano senza dubbio innegabili.  

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