Casper Ruud sta ancora cercando la vittoria che lo consacri tra i grandi tennisti di questa generazione: pur avendo vinto 12 titoli in singolare, infatti, guardando il suo storico quello che salta di più all’occhio è la grande quantità di finali di alto livello raggiunte e perse. Anche la sua massima posizione nel ranking mondiale lascia un po’ l’amaro in bocca: nel 2022 è stato infatti numero 2 al mondo, perdendo l’incontro che lo avrebbe proiettato al primo posto.
Casper Ruud, beninteso, rimane comunque un tennista di caratura mondiale, un’atleta non spettacolare ma estremamente talentuoso e solido, già considerato il miglior giocatore mai uscito dalla sua Norvegia. Riscopriamone la carriera e le caratteristiche che lo hanno portato ai vertici di questo sport.
Come gioca Casper Ruud?
Chi non segue abitualmente le sue partite potrebbe non avere familiarità con il gioco di Casper Ruud: quello che colpisce di questo tennista è l’estrema concretezza, il pragmatismo e la serietà con cui si approccia ai tornei. Raramente vedrete un highlight spettacolare uscire dalle sue gare, ma state pur certi che difficilmente compirà errori causati da leggerezze. Ruud è infatti noto per la sua eccellente preparazione psicofisica e per la capacità di attendere l’errore avversario, due caratteristiche che lo rendono un avversario ostico per chiunque.
Altri aspetti da sottolineare sono la continuità di rendimento, la tenuta atletica di alto livello e la capacità di migliorarsi con costanza: Ruud, infatti, non è sempre stato un tennista da vertici mondiali, ma lo è diventato con il tempo e lavorando con pazienza su tutti i fondamentali, fino a diventare competitivo sulle superfici più diverse. Ha anche un dirompente spirito agonistico, nonostante in campo si distingua per la calma e la sobrietà che gli sono valsi gli elogi di una leggenda come Roger Federer.
Casper Ruud: origine e primi anni di carriera
Casper Ruud nasce il 22 dicembre 1998 a Bærum, in Norvegia, e inizia a praticare il tennis all’età di 4 anni: non è l’unica disciplina in cui si destreggia, in quanto si dedica anche a calcio, hockey su ghiaccio e golf. Sotto la guida del padre Christian, ex tennista e numero 39 del mondo, si specializza gradualmente nel tennis e a 19 anni entra all’accademia di Rafael Nadal a Maiorca.
Tra il 2014 e il 2016 prende parte alle prime esperienze significative, tra Juniores e Futures: dopo una serie di sconfitte nei primi tornei, inizia gradualmente a farsi valere e a gennaio 2016 conquista la prima posizione del ranking mondiale di categoria, chiudendo l’esperienza Juniores. A febbraio dello stesso anno vince il suo primo titolo ITF, sconfiggendo Carlos Taberner a Future Spain F3, mentre a settembre arriva il primo trionfo ambito Challenger battendo lungo la strada il top 100 Inigo Cervantes. Con questo risultato fa un balzo di oltre 170 posizioni nel ranking mondiale, arriva al 274° posto in classifica.
2020-2021: l’ascesa di Casper Ruud
I successivi anni vedono Casper Ruud protagonista di un’ascesa lenta ma inesorabile: non sempre performa bene ai tornei a cui prende parte, ma lavora con insistenza sul proprio gioco e, un passo alla volta, si avvicina ai vertici della classifica. Arriviamo così al 2020, quando conquista il suo primo, sospirato titolo ATP all’Argentina Open, battendo Pedro Sousa e diventando così numero 34 del mondo. A settembre prende parte agli Internazionali d’Italia, raggiungendo la prima semifinale in un Masters 1000 e sconfiggendo lungo la sua strada il top 10 Matteo Berrettini.
Il 2021 inizia nel segno di alcuni fastidiosi infortuni ma lo vede poi diventare uno dei protagonista della stagione su terra battuta, aggiudicandosi consecutivamente gli Swedish Open, il torneo di Gstaad e il Generali Open di Kitzbühel. Questi successi gli danno la spinta per una grande seconda metà dell’anno che lo porta a salire all’8a posizione del ranking mondiale, piazzamento che gli regala l’accesso alle ATP Finals, dove si spingerà sino alle semifinali.
Casper Ruud: l’agrodolce 2022
All’inizio di questo articolo vi abbiamo anticipato come, guardando lo storico di Ruud, la cosa che colpisce di più è la grande quantità di finale di spessore raggiunte e perse: per questo, il 2022 è allo stesso tempo un anno incredibile e ricco di delusioni. La prima di queste arriva a Miami, quando raggiunge la sua prima finale di un torneo Masters 1000 e perde con Carlos Alcaraz. A maggio approda invece alla finale del Roland Garros, anche questa novità assoluta per la sua carriera: non era mai riuscito ad arrivare così lontano in uno Slam; anche qui esce sconfitto, per mano di Rafael Nadal.
E non è finita qui: approda in finale anche agli US Open, dove ritrova Carlos Alcaraz. Qui si gioca non soltanto la vittoria del prestigioso torneo Major, ma anche la posizione di numero 1 al mondo. Alla fine sarà lo spagnolo a spuntarla in 4 set, con Ruud che sale al secondo posto del ranking. Chiudendo l’anno nella top 8, a fine stagione prende parte alle ATP Finals: arriva sino alla finale, dove però cede entrambi i set a Novak Djokovic. Al termine dell’anno, agli ATP Awards riceve un riconoscimento non legato ai risultati quanto più all’attitudine messa in mostra: lo Stefan Edberg Sportsmanship Award, vinto dal 2004 solo da Roger Federer o Rafael Nafal e dedicato al giocatore più sportivo della stagione.
Gli ultimi anni di Caspar Ruud
Il 2023 è un anno piuttosto negativo per Ruud: dopo un 2022 comunque esaltante, infatti, deve prendersi una pausa nella parte iniziale della stagione, stop che causerà un calo di forma e persino l’uscita dalla top 10 mondiale. L’acuto è l’incredibile, ennesima, finale persa: Ruud arriva infatti sino all’atto conclusivo del Roland Garros (seconda volta consecutiva) ma ancora una volta non riesce a conquistare un grande torneo, perdendo con Novak Djokovic per tre set a zero.
Nella prima parte del 2024 si fa notare per altre due finali perse, all’ATP 250 di Los Cabos e sopratutto al più prestigioso ATP 500 di Acapulco. La delusione più cocente, però, arriva ai Masters 1000 di Monte Carlo: lungo la sua strada riesce a sconfiggere per la prima volta un tennista numero 1 al mondo (prendendosi la rivincita su Djokovic) ma ancora una volta si ferma ad un passo dal traguardo, perdendo in finale con Tsitsipas. Soltanto una settimana dopo, però, arriva un sospirato trionfo: alla finale di Barcellona batte proprio Tsitsipas, conquistando così il suo primo ATP 500 in carriera e risalendo fino alla 6a posizione del ranking mondiale, sua posizione attuale.
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