Il play dei Suns sta vivendo un periodo d’oro: salito al quinto posto nella classifica degli assist all time, ha riportato Phoenix ai playoff, 11 anni dall’ultima volta. Ma siete sicuri di sapere tutto sul conto di CP3? Mettetevi alla prova con questo articolo.
10.205 assist. Un numero incredibile, che gli ha permesso di consolidare il quinto posto nella classifica dei migliori assistmen all time. Grazie alle sue giocate e alla sua leadership, i Phoenix Suns si sono assicurati un posto come testa di serie ai prossimi playoff e sono in lotta con i Jazz per il miglior record della lega.
Ripensando alla foto che lo aveva immortalato con una bottiglietta contenente un liquido misterioso con su scritto: “Chris Secret Stuff”, viene da pensare che il segreto, come credevano i Looney Tunes, venga proprio da lì. Con quella trovata, Chris non solo aveva omaggiato Space Jam ma aveva sicuramente strizzato l’occhio al nuovo film che vede come protagonista il suo amico di sempre, Lebron James. Non è un caso infatti che “The Point God” avesse scelto di fare questo tributo pochi giorni prima dell’uscita del trailer di “Space Jam: New Legends”.
Il classe 1985 dispensa pallacanestro celestiale già dai tempi degli Hornets. Passando dal famigerato: “The Lob, the Jam.” ai Clippers, attraversando Oklahoma, Houston e plasmando i Phoenix Suns, Chris è come il vino. Migliora anno dopo anno. Il nativo della North Carolina non fornisce assist solo all’interno del campo da gioco. Anche al di fuori è molto impegnato nel sociale ed è il presidente della NBPA (National Basketball Players Association). Dalla lotta al Covid-19, a quella a favore del movimento Black Lives Matter, non si è mai risparmiato. Famosissimo ed estremamente toccante, il discorso fatto dall’intero “banana boat” agli ESPY award nel 2016, dove Chris Paul cita tutte le vittime della “police brutality” e lo fa con le lacrime agli occhi. Il tema infatti è particolarmente sentito dalla point guard, non solo in quanto afroamericano ma anche come nipote di un agente di polizia.
Il futuro Hall of Famer, quest’anno, viaggia con una media di oltre 16 punti a partita e quasi 9 assist (8,8 per essere precisi). Le medie per carriera invece recitano così: 18.4 punti e 9.4 assist e i suoi Suns sono secondi nella Western Conference con 46 vittorie e 18 sconfitte. Pochi conoscono Paul come “The Skate Instructor”. Si pensa che gli sia stato attribuito questo soprannome per la capacità del playmaker di mettere i difensori “on skates” con i suoi killer crossover. Tuttavia non ci sono motivazioni ufficiali e l’origine di questo nickname rimarrà un mistero. Non è un mistero invece che l’altruismo di CP3, rappresenti uno dei valori aggiunti. Insieme ad un gran cuore e ad un Q.I. cestistico al di fuori della norma. Cuore, altruismo e un’incredibile visione di gioco, rappresentano il mix perfetto della “Chris Secret Stuff”. Il cuore dei 61 punti – con il libero sbagliato di proposito – dedicati al nonno Nathaniel Jones, detto Papa Chili, brutalmente aggredito e percosso – fino a provocare un infarto a Jones – da 5 ragazzini nel novembre 2002. Nathaniel non era solo il nonno, era anche il migliore amico di Chris Paul. Il numero 61 per CP3 rappresenta gli anni di Papa Chili e i punti segnati in suo onore ma non solo. “Sixty One” infatti è il titolo dell’autobiografia del numero 3. Il sottotitolo è “Life lessons from Papa, on and off the court”. La legacy del nonno è in splendide mani poiché The Point God è senza dubbio un all star on and off the court.
Parafrasando i Daft Punk: “My name is Christopher Emmanuel Paul, but everybody calls me CP3”