Vai al contenuto

9 motivi per dare il podio ad Antoine Griezmann nel Pallone d’oro

Ieri sera la rivista “France Football” si è espressa: sono usciti i tre finalisti dell’edizione 2018 del Pallone d’oro. E la notizia ha fatto scalpore: per la prima nelle ultime dieci edizioni, né Lionel Messi né Cristiano Ronaldo non vinceranno il premio e nessuno dei due sarà sul podio. L’ultima volta era successa nel 2006, quando a vincere il premio fu Fabio Cannavaro davanti a Gialuigi Buffon.

France Football ha deciso: a contendersi quest’edizione di quello che è considerato il Nobel del calcio o la copertina di “Man of the year” per il TIME saranno Luka Modrić, Raphaël Varane e Kylian Mbappé. Se sul capitano della Croazia vice-Campione del Mondo (e campione d’Europa con il Real Madrid) e sul talentino del Paris Saint Germain campione del Mondo in Russia (con un suo gol nella finale di Mosca) entrare nella short list sarebbe stato il minimo sindacale, sul centrale difensivo francese del Real Madrid e della Francia campione del Mondo nessuno avrebbe scommesso un cent. In più, Mbappé è anche in lizza per il “Trofeo Kopa” per il miglior Under21 d’Europa.

Noi di calcio non capiremmo molto, ma ci ha molto sorpreso non vedere nel lotto dei finalisti uno dei giocatori più decisivi di quest’anno solare. Un giocatore che ha fatto il triplete vincendo Europa League, Supercoppa europea e Mondiale di calcio, segnando una doppietta nella finale di Lione ed un gol in quella mondiale. Un giocatore forte, decisivo e che noi tutti speravamo fosse nella short list: Antoine Griezmann.

Sarà per il prossimo anno, piccolo Diavolo, ma noi però abbiamo trovato almeno dieci motivi (tra il serio e il faceto) affinché tu saresti dovuto salire almeno sul podio, se non vincerlo.

Perché dopo dieci anni è giusto che si interrompesse il duopolio Messi-CR7

Era il 2008 ed un 23enne Cristiano Ronaldo vinceva il primo dei suoi cinque Palloni d’oro: aveva fatto un triplete mica da ridere con il Manchester United (Premier+Community Shield+Champions League) e sembrava indirizzato ad una carriera d’oro. L’anno dopo lo vinse Lionel Messi, campione con il Barcellona. Di due anni più giovane di Ronaldo, era la definitiva consacrazione della “pulce”. Da quel 2008 sono passate dieci edizioni e cinque Palloni ,i ha vinti CR7 e altrettanti li ha vinti Messi, di cui quattro consecutivi. In dieci anni vinsero più Palloni d’oro di Platini, Crujiff e van Basten, capisaldi con tre vittorie ciascuno. Hanno parlato di Messi e CR7 come i più forti calciatori della storia di questo sport. Ok, ma è anche una “dittatura”: tutto il Mondo focalizzato su di loro, lasciando poco spazio agli avversari. Per questo motivo era ora di cambiare: nuova edizione, nuovo vincitore. Va bene che i giurati di France Football hanno deciso di dare una svolta al premio affinché non fosse sempre e solo una cosa a due, ma quest’anno Griezmann ha segnato in ogni occasione e visto che il premio viene assegnato anche il base all’essere decisivi in campo, questa scelta di escluderlo ci ha sorpreso. Un po’ come il fatto che la Francia abbia inventato il bidet ma che nessuno francese lo usi.

Perché sono venti anni che non vince più un francese

A oggi il Pallone d’oro è stato vinto da quattro francesi per un totale di sei vittorie. A vincerlo sono stati Raymond Kopa nel 1958, Michel Platini con il tris 1983-1985, Jean Pierre Papin nel 1991 e Zinedine Zidane nel 1998. L’ultimo è stato “Zizou”, autore come Griezmann di almeno un gol in un Mondiale. In questi venti anni, sono saliti sul podio del premio ancora Zidane (secondo nel 2000), Thierry Henry (secondo nel 2003 e terzo nel 2006), Frank Ribery e Antoine Griezmann, terzi nel 2013 e nel 2016. Ed essendo quest’ultimo ancora sul pezzo, giusto premiarlo. Non a caso uno dei soprannomi di Griezmann è “Grizou”. Male che va, ci sono comunque due possibilità su tre che il premio torni in Francia, ma almeno era da podio, le petit diable.

Perché ogni venti anni, emerge sempre un francese

Sarà un caso, ma ogni venti anni un giocatore francese emerge su tutti: nel 1998 Zidane vinse Mondiale, FIFA World Player e Pallone d’oro, nel 1978 il nome di Michel Platini iniziò a girare a livello europeo e mondiale, nel 1958 Just Fontaine segnò tredici gol in un Mondiale (record mai più raggiunto con la kermesse a sedici squadre) e Rayumond Kopa vinse il Pallone d’oro con Fontaine terzo. Nel 1938, inoltre, la Francia organizzò il Mondiale vinto dall’Italia. Chissà cosa succederà nel 2038. Visto che Griezmann non è sul podio e ci sono due francesi in short list, sarebbe una goduria se tra i due litiganti…vincesse Modrić.

Perché Antoine Griezmann è un “piede in fuga”

Antoine Griezmann è nato a Mâcon, in Borgogna. Ha sempre giocato a calcio ma ha sempre avuto due problemi: troppo magro e piccolo di statura. Queste due cose gli hanno impedito di firmare con le squadre più importanti di Francia. Ma lui voleva giocare a calcio e per fare questo, quasi come un “cervello” in fuga, è dovuto emigrare in Spagna, nei Paesi Baschi. A tesserarlo fu la Real Sociedad, club allora di Segunda division, nel 2005 con il futuro petit diable appena quattordicenne. Lì non guardarono il fisico e l’altezza, facendolo debuttare quattro anni dopo in prima squadra. Primo anno, promozione in Liga. Rimase a San Sebastián per cinque stagioni e nell’estate 2014 il passaggio alla seconda squadra della capitale spagnola, l’Atlético Madrid. In nove stagioni, il piccolo Diavolo ha segnato centodiciotto reti, una media di ventiquattro a stagione. E nel frattempo ha condotto la Francia prima alla finale dell’Europeo casalingo e poi alla vittoria del Mondiale russo. Mi sa che in Francia hanno avuto poca pazienza con Griezmann, non trovate?

Perché con Griezmann, il podio sarebbe stato tutto di gente nata negli anni Novanta

I tre finalisti sono un 1985 (Modrić), un 1993 (Varane) ed un 1998 (Mbappé). Se il numero 10 del Real Madrid è quello più esperto, i suoi due competitors sono la nouvelle vague del calcio transalpino, europeo e mondiale. E visto che si dice sempre largo ai giovani, in questo podio composto da 2/3 da giocatori nati negli anni Novanta, la presenza di Griezmann (che è un 1991) ci sarebbe stata bene al posto del croato. Gli unici “Novanta” finora ad essere saliti sul podio del Pallone d’oro sono stati due volte Neymar (nel 2015 e nel 2017) ed una volta lo stesso Antoine Griezmann (terzo nel 2016). Largo ai giovani, parbleu.

Perché per amore del Madrid ha rifiutato i soldi dello United e del Barcellona

Checché ne dica Sergio Ramos definendolo un “ignorante”, Antoine Griezmann è uno che per amore dei colchoneros ha rifiutato di passare al Manchester United e al Barcellona, “impedendo” al club di fare una plusvalenza a tre cifre e a lui stesso di prendere uno stipendio in doppia cifra. Pazzo? Forse, ma è uno che per il calcio è disposto (sembra) a preferire la palla al soldo. Un altro motivo per premiarlo con la short list, sacrebleu.

Perché le sue esultanze sono da…Pallone d’oro

 Diciamo però una cosa: Antoine Griezmann quando festeggia…festeggia in modo ignorante. Prima il gesto del telefono “parafrasando” il rapper Drake nella canzone “Hotline bling” e ora la “L” sulla fronte, imitando il personaggio “Take the L” del videogioco “Fortnite”, uno sparatutto che sembra piacere a tutti gli sportivi del Mondo. Basta con le solite esultanze, diamoci un taglio e diamoci dentro con gli sparatutto. A parte Mbappé che quando festeggia si lascia scivolare incrociando le braccia sul petto, né Modric né Varane hanno esultanze particolari. Anzi, Varane ha il compito di non far esultare gli avversari, ma questo è un altro conto. Quindi “L dance” a manetta.

Perché è il terminale offensivo del “cholismo”

 Quando Antoine Griezmann è approdato all’Atletico Madrid era l’estate 2014 e Diego Pablo Simeone era lì già da tre anni. Il cholismo, la sua creatura, iniziava a prendere forma fino ad arrivare a quello status di calcio spettacolo che piace a tutti noi. Se Godin è il baluardo della difesa cholista e Koke quello del centrocampo, Griezmann è il terminale offensivo. E visto che Simeone è considerato uno stratega ed un motivatore e che il Pallone d’oro è andato 34 volte su sessantadue ad un attaccante, ecco un altro motivo perché Antoine Griezmann sarebbe dovuto entrare tra i primi tre del Pallone d’oro. Ma si vede che i saggi giurati di France Football valutano altro, i saggi.

Perché dopo aver perso due finali nel 2016 era arrivato terzo, dopo averne vinte tre quest’anno è giusto che sarebbe stato da mettere tra i primi tr

E, last but don’t least, la cabala: se Antoine Griezmann nel 2016 è arrivato in finale all’Europeo (vincendo la classifica marcatori) e si piazzò quell’anno al terzo nella classifica del Pallone d’oro, nel 2018 ha vinto Europa League, Supercoppa europea, Mondiale e segnato trentacinque gol finora. Eppure per i giurati di France Football questo non è bastato per metterlo tra i primi tre allora alziamo le mani…e ci mettiamo a fare l’esultanza di “Take the L” sotto la sede di France Football.


POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

https://chefaticalavitadabomber.it/cinque-palloni-doro-piu-dubbi-della-storia/

Condividi
x