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Lev Yashin: il portiere che vinse il pallone d’Oro

Lev Yashin para un tiro

Lev Yashin è stato il migliore portiere di tutti i tempi e anche l’unico nella storia del calcio ad aver vinto il Pallone d’Oro, arrivando davanti a mostri sacri come come Gianni Rivera, Eusebio e Bobby Charlton. Prima del pallone affronta una parentesi felice anche nell’hockey su ghiaccio, anche se è stato indubbiamente il calcio il suo sport e la sua dimensione. Ha legato la sua carriera e i suoi successi alla maglia della Dinamo Mosca. Tra rigori parati e numero di clean sheet ottenuti, Lev Yashin ha costruito anche in numeri una caratura che si distacca da quella della maggior parte dei suoi colleghi. E’ stato il portiere dell’Unione Sovietica, con cui ha trionfato nelle Olimpiadi e agli Europei. Ha anticipato quello che sarebbe stato il ruolo del portiere moderno, scoprendo che la difesa poteva essere diretta e amministrata anche dall’estremo difensore. Scoprendo nuovi orizzonti oltre l’area piccola di rigore, è stato il primo ad avanzare verso il campo e a uscire dai suoi compiti più istituzionali. Dopo il suo ritiro, 1985 ha subito persino l’amputazione di una gamba e gli è stato diagnosticato un cancro allo stomaco. E’ morto il 20 marzo 1990 all’età di 60 anni. La dimensione del suo talento è tutta contenuta in una sua celebre frase: “Se non sei tormentato dopo aver fatto un errore, non sei un grande portiere. In quel momento, non importa quello che hai fatto in passato, perché sembra non avere futuro

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Lev Yashin e il Pallone d’Oro

Lev Yashin para un tiro
(Photo by PA Images via Getty Images)

6 i gol subiti da Lev Yashin in 27 partite disputate nell’anno che gli è valso la vittoria del Pallone d’Oro. Ricevuto nel 1963, si tratta dell’unico caso in cui il premio è stato consegnato a un portiere. L’estremo difensore sovietico però non si sentiva il migliore e al momento della premiazione ha affermato che il collega croato Vladimir Beara l’avrebbe meritato più di lui. La carriera di Lev Yashin però è perfettamente in linea con il riconoscimento ricevuto: 5 campionati sovietici, 3 coppe dell’URSS, 1 oro olimpico e 1 campionato d’Europa.

Come veniva chiamato Lev Yashin?

Lev Yashin in azione
(Photo by Sigi Maurer/RDB/ullstein bild via Getty Images)

189 i centimetri di altezza, 82 i kg di peso: Lev Yashin era dotato di una grande fisicità abbinata a riflessi felini, oltre che di uno spiccato senso del posizionamento. Soprannominato “Ragno Nero” per via della sua divisa completamente nera che rendeva i suoi arti più lunghi di quello che già erano. 812 le partite ufficiali giocate da Yashin mantenendo la porta inviolata in 207 occasioni. Le sue caratteristiche fisiche spiccate hanno alimentato il mito intorno alla sua figura. 100 sono i rigori che secondo alcune fonti è riuscito a parare nel corso della sua carriera ricca di successi. Su di lui ha speso parole d’elogio e ammirazione Sandro Mazzola: “Per me è stato l’unico portiere in grado di far sbagliare i tiri degli avversari. Con la sua enorme statura e le sue lunghissime braccia, sembrava coprire tutta la porta, una massa nera sempre incombente. Quando arrivavo sotto porta, restava lì immobile e mi costringeva affannosamente a chiedermi: ma se quello non si muove, adesso io da che parte tiro? Metteva soggezione. Un gol sicuro contro Yashin poteva nascere soltanto da un tiro sbagliato”.

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Lev Yashin e l’hockey

Lev Yashin saluta i tifosi
(Photo by Brennard/Mirrorpix/Getty Images)

14 gli anni di Lev Yashin quando ha iniziato a lavorare in fabbrica, figlio di una famiglia di operai. A 20 anni invece è riuscito a entrare nella Dinamo Mosca – squadra del ministero dell’Interno – arrivando con il tempo a percepire uno stipendio di 200 rubli al mese. Gli esordi non sono stati esaltanti e quindi Yashin è passato a difendere la porta della squadra di hockey su ghiaccio. Nel 1953 ha vinto la Coppa Sovietica e lo stesso anno ha rifiutato la convocazione in Nazionale. Lo stesso anno alla Dinamo l’infortunio del portiere titolare Aleksej Khomich ha regalato a Yashin l’occasione che aspettava: a 24 anni è tornato al calcio e da lì in poi ci è rimasto per sempre.

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Lev Yashin e i problemi di salute

Lev Yashin anziano
(Photo by Jean-Yves Ruszniewski/Corbis/VCG via Getty Images)

Dopo aver subito un’emorragia cerebrale, nel 1984 Charlton ha dovuto affrontare l’amputazione di una gamba a causa di una grave forma di tromboflebite. Nonostante questa sfida, nel 1988 ha dimostrato grande determinazione accettando di guidare la squadra nazionale sovietica alle Olimpiadi di Seul. L’Unione Sovietica ha trionfato vincendo la medaglia d’oro nel torneo di calcio, un momento di grande orgoglio per Charlton nonostante la sua menomazione. Poco dopo, è stato colpito da 1 tumore allo stomaco, e nonostante un intervento chirurgico per cercare di salvarlo, è purtroppo deceduto nel 1990, all’età di 60 anni. Vladimir Putin ha dichiarato: “Il mio preferito tra i calciatori russi e sovietici? Lev Yashin”.

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