Tra le grandi sorprese di questo primo mese di stagione NBA – e purtroppo per i fan, non una sorpresa di cui essere felici – c’ĆØ il disastroso inizio dei Philadelphia 76ers: attualmente la squadra ĆØ al penultimo posto nella Eastern Conference e vanta il secondo peggior record di tutta la lega. Non solo un crollo del genere era impronosticabile all’interno del recente percorso della franchigia (che, almeno in regular season, ĆØ da anni una forza piĆ¹ che competitiva) ma diventa ancora piĆ¹ grave se si considerano le premesse poste durante l’off-season.
Dopo l’eliminazione al primo turno dei Playoffs 2024, infatti, i Sixers hanno aggiunto al proprio roster Paul George, giocatore dalla tenuta fisica ballerina ma assolutamente in grado di alzare il livello di un team giĆ in possesso di due profili di alto livello come Joel Embiid e Tyrese Maxey, reduce dalla sua miglior stagione.
Le cose, perĆ², sono rapidamente precipitate: i diversi infortuni hanno infatti impedito ai tre di giocare insieme per piĆ¹ di 20 minuti sino a questo momento (sƬ, avete letto bene) e la mancanza di risultati ha generato malumori e malcontenti nello spogliatoio, rendendo giĆ necessario uno confronto a porte chiuse. Quali sono le cause di questo disastro? Abbiamo provato a ricostruire cosa c’ĆØ alla base del mese da incubo dei 76ers.
Gli infortuni
Certo, non ĆØ facile performare bene se i tuoi migliori giocatori sono alle prese con infortuni piĆ¹ o meno debilitanti. Tyrese Maxey, top scorer della squadra e leader de facto, rimarrĆ fuori diverse settimane per un problema al tendine; Joel Embiid, rientrato per una manciata di gare, ha avvertito un gonfiore al ginocchio che lo ha portato ad un nuovo stop; infine Paul George ha riscontrato un nuovo problema allo stesso ginocchio che lo aveva infastidito nella pre-season
Con i Big Three della squadra “a mezzo servizio”, toccherebbe al supporting cast fare un passo avanti: le seconde linee, perĆ², non si stanno rivelando all’altezza, con Philadelphia che deficita sopratutto nelle percentuali al tiro e nei rimbalzi.
Il dilemma Joel Embiid
Non ĆØ un mistero: buona parte delle sorti del team passa per Joel Embiid, il giocatore piĆ¹ rappresentativo ed MVP della stagione 2022-2023. Il contributo del centro statunitense, ad ora, ĆØ perĆ² stato poco tangibile, oscillando tra il nullo e il negativo. Senza Embiid i Sixers non sono stati in grado di mostrare un gioco corale e funzionale; con Embiid, sono comunque arrivate cocenti sconfitte. Pur mettendo buone cifre a referto – numeri comunque da contestuallizare – Embiid ĆØ parso timoroso nell’attacare il canestro, optando per soluzioni dalla lunga distanza che hanno generato basse percentuali. Non a caso, nella partita contro i Miami Heat non ĆØ riuscito a conquistare nemmeno un tiro libero: l’ultima volta era successo sei anni fa. Il commento fatto dallo stesso Embiid qualche settimana fa, con cui annunciava che probabilmente non avrebbe disputato nemmeno un back to back in questa stagione, non ha di certo giocato a suo favore.
Il meeting “a porte chiuse”
In seguito alla sconfitta con i Miami Heat maturata lunedƬ 18 novembre, la situazione si ĆØ fatta notevolmente piĆ¹ tesa: tutta la squadra e il coaching staff si sono infatti chiusi nello spogliatoio per oltre un’ora, lasciando fuori i media e cercando di confrontarsi sulle diverse problematiche. Secondo quanto trapelato dai reporter locali e ricostruito anche da The Athletic, in questo frangente ci sarebbe stato anche un richiamo per Joel Embiid da parte di Tyrese Maxey, che avrebbe accusato il centro di non essere un buon esempio per i compagni, di essere tremendamente indietro nella condizione fisica e di non contribuire abbastanza, tutti punti su cui Embiid avrebbe concordato.
Quello che fa strano e che ben inquadra il momento di grande confusione dentro e fuori Philadelphia ĆØ che, intervistato a freddo su questo incontro a porte chiuse, Maxey non ha solo negato la discussione con il compagno Embiid, ma ha confutato persino l’esistenza di un qualsiasi tipo di riunione.
Qualche nota positiva
Pur all’interno di un quadro cosƬ disastroso, non ĆØ tutto da buttare. La cosa migliore dell’inizio della stagione dei 76ers ĆØ l’ottimo impatto di Jared McCain: il rookie scelto alla 16esima chiamata, anche per via di un momento difficile per la squadra e dei vari infortuni che hanno colpito i compagni, ĆØ riuscito a ricavarsi da subito un ampio spazio nelle rotazioni e generato un incredibile impatto. La guardia di Duke sta infatti sfiorando i 17 punti di media, la piĆ¹ alta dell’intera classe di matricole, ed ĆØ in corsa per il premio di rookie dell’anno. Non che questo possa in qualche modo riparare la disastrosa partenza della squadra di Philadelphia, ma ĆØ comunque qualcosa di positivo da cui partire per aggiustare la situazione.